A partire dall’ultimo trimestre 2021, contestualmente al repentino incremento delle quotazioni del gas naturale, si è verificata una crescita significativa dei prezzi del servizio di teleriscaldamento. In linea teorica, la correlazione tra il prezzo di acquisto del gas e il prezzo del servizio di teleriscaldamento può essere giustificata da diversi fattori.
In primo luogo, il gas naturale rappresenta la principale fonte energetica per la produzione di calore nei sistemi di teleriscaldamento e, pertanto, variazioni del prezzo del gas possono incidere in modo significativo sui costi complessivi del servizio. Il prezzo del servizio di teleriscaldamento viene spesso aggiornato (tipicamente ad ogni trimestre) sulla base dell’andamento delle quotazioni del gas proprio per consentire la copertura del rischio derivante dalla volatilità del costo del combustibile.
Va inoltre considerato che il prezzo del gas costituisce un riferimento importante per il settore del teleriscaldamento anche per dinamiche di mercato. Per assicurare la
competitività del servizio gli operatori del teleriscaldamento devono infatti applicare dei prezzi comparabili alle alternative disponibili.
Gli incrementi di prezzo del teleriscaldamento che si sono verificati a partire dall’ultimo trimestre 2021 non sembrano tuttavia del tutto giustificati. In alcune realtà, il prezzo del servizio si è attestato su valori superiori al corrispondente costo evitato di una caldaia gas che, in un mercato concorrenziale, dovrebbe rappresentare il prezzo massimo applicabile.
La crescita del prezzo del servizio pone anche dei problemi di equità per le reti che dispongono di impianti di produzione alimentati da fonti energetiche diverse dal gas, che non risentono quindi dell’incremento delle relative quotazioni (tra cui, in particolare, gli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti).
L’Arera a fronte delle criticità sopracitate con la delibera 80/2022/R/tlr ha avviato una indagine al fine di determinare le azioni di tutela sull’evoluzione dei prezzi e dei costi del servizio di teleriscaldamento.
A seguito di questa indagine Arera da una parte ha fissato i limiti agli aumenti per gli altri servizi ed ha stipulato un accordo a2a ed il Governo durante il secondo trimestre.
Arera inoltre ha istituito uno sportello telecalore ed incluso nel bonus sociale il teleriscaldamento in attesa di un potere di indirizzo dettato dal governo anche in questo comparto .
A2a ha deciso di intervenire anche nel quarto trimestre dell’anno a favore dei propri clienti, bloccando la componente del prezzo del teleriscaldamento legata al PUN (Prezzo Unico Nazionale) e che valorizza l’utilizzo del calore generato da fonte rinnovabile, fissata ancora a 200,721 €/MWh rispetto al valore di 418 €/MWh che sarebbe implicitamente incorporato nella formula considerati gli andamenti di giugno-luglio-agosto.
Inoltre dal 1 dicembre vi è stato una modifica unilaterale da parte di a2a teleriscaldamento per la temperatura di immissione e di ritorno degli impianti di teleriscaldamento che , in realtà ha porterà ad un leggero aumento dei mc consumati .