A Milano, dopo un breve assaggio estivo con termometri che sfioravano i 30°C, è tornato il freddo pungente. Una primavera che sembra più inverno, ma con una piccola differenza rispetto ai giorni gelidi di stagioni passate: le caldaie cittadine sono spente da ben due settimane, dal 8 aprile, come deciso dal municipio.
A proposito, Milano ha preso una decisione avanti un po’ a tutti. Rispetto alla data nazionale di spegnimento dei riscaldamenti, abbiamo preso una settimana di anticipo. Secondo il Decreto 74/2013, Milano e la Lombardia rientrano nella Zona E, con un periodo di riscaldamento che solitamente va dal 15 ottobre al 15 aprile, per 14 ore al giorno e a una temperatura massima di 20 gradi. Ma quest’anno, considerando anche l’inquinamento, palazzo Marino ha deciso di accorciare la stagione, riducendo le ore e abbassando la temperatura.
Quindi, la domanda sorge spontanea: possiamo riaccendere i termosifoni? La risposta è che, anche se il freddo è invernale, bisogna fare attenzione. Gli impianti possono essere attivati solo se ci sono condizioni climatiche eccezionali, e per non più di 7 ore al giorno, metà del normale.
Nel nostro studio, stiamo aspettando la richiesta e la conferma dai consiglieri condominiali. La riaccensione dei riscaldamenti non è solo una questione di clima, ma anche di costi. Essendo un intervento imprevisto, i costi gravano su tutto il condominio, quindi è necessario che il consiglio condominiale, tramite la figura del consigliere, faccia da portavoce delle volontà dei condomini e ne richieda l’attivazione.
Per chi vive in case con caldaie indipendenti, è più facile: basta girare la manopola del termostato su “on”, senza bisogno di un tecnico. Ma per gli edifici con riscaldamento centralizzato, la storia è diversa e può richiedere più tempo. Fortunatamente, le previsioni indicano un miglioramento: martedì sarà ancora freddo, con temperature tra 6 e 11°C e pioggia in vista. Ma da mercoledì, secondo 3Bmeteo, la situazione dovrebbe iniziare a migliorare. L’aria sarà ancora fresca, ma non a farci battere i denti.