Il termine inglese “smart” si presta a numerose intepretazioni nella lingua italiana: può significare semplice, furbo, bello, moderno, ma se legato al termine “building” significa soprattutto “intelligente”, al punto che qualcuno ha proposto di sostituire il concetto di “smart building” con quello di “intelligent building”.
Nel passato, anche recente, questo termine veniva associato a quello di “domotica”, ovvero a tecnologie di automazione impiantistica legate alle unità abitative; oggi si tende ad associarlo maggiormente ad un concetto più
esteso, che è quello della home and building automation (includendo quindi anche le parti comuni e gli edifici non residenziali).
La finalità prioritaria è quella di ottenere un risparmio energetico e la razionalizzazione dei consumi, a cui si sommano poi la gestione della security e della safety e tutti i processi legati all’aumento del comfort di coloro
che utilizzano gli spazi, dalla regolazione del microclima alla gestione dell’entertainment, il tutto gestito da sistemi BMS (Building Management System) che sfruttano sia la rete che il cloud.
Molti hanno tentato la strada di dare una definizione di Smart Building e quella che probabilmente appare ad oggi la più convincente è quella data dal Politecnico di Milano e, specificatamente dall’Energy & Strategy Group, secondo il quale per “Smart Building” bisogna intendere “un edificio in cui gli impianti in esso presenti sono gestiti in maniera integrata ed automatizzata, attraverso l’adozione di una infrastruttura di supervisione e controllo degli impianti stessi, al fine di massimizzare il risparmio energetico, il comfort e la sicurezza degli occupanti, e garantendone inoltre l’integrazione con il sistema elettrico di cui il building fa parte”.
Una definizione da cui si evince una struttura fisica dell’edificio “smart” che comprende i dispositivi hardware e software attraverso i quali si realizzano le funzioni che costituiranno la sua struttura logica e che si possono sintetizzare in:
• Building Devices ad Solutions, che comprendono i diversi impianti e tecnologie
presenti all’interno del building intelligente, tra cui tecnologie di generazione
di energia, di efficienza energetica, di safety&security e impianti che garantiscono il comfort, la sicurezza e la salute degli occupanti;
• Automation technologies, che comprendono la sensoristica connessa agli impianti e finalizzata alla raccolta dati, oltre agli attuatori che eseguono sugli impianti i comandi elaborati dalle Piattaforme di controllo e gestione;
• Piattaforme di controllo e gestione, che comprendono i software di raccolta, elaborazione e analisi dei dati acquisiti dalla sensoristica installata sugli impianti;
• Infrastruttura di rete, che comprende i mezzi di comunicazione, wireless o cablati, che permettono la comunicazione tra sensori, attuatori e la piattaforma di controllo e gestione.
I servizi di un edificio smart si suddividono per sommi capi in sei grandi ambiti:
• Energy: ovvero tutti i servizi rivolti alla gestione e all’efficientamento energetico all’interno dell’edificio;
• Safety: ovvero i servizi per la prevenzione e gestione dei rischi che possono compromettere l’incolumità degli occupanti;
• Security: ovvero i servizi per la prevenzione e gestione dei rischi che possono compromettere la sicurezza e la protezione dei principali asset dell’edificio o dei beni in esso contenuti;
• Comfort: ovvero i servizi che intendono migliorare la qualità della vita degli occupanti l’edificio e le condizioni di utilizzo dello stesso;
• Health: ovvero i servizi che mirano a preservare e migliorare la salute degli occupanti l’edificio, comprese le nuove possibilità di assistenza a distanza;
• General services: ovvero tutti i servizi per la gestione infrastrutturale dell’edifiico non comprese nelle precedenti categorie.
L’impatto sugli edifici e sui loro abitanti delle tecnologie smart è sostanzialmente di due tipi: gli hard benefit – che determinano un tangibile ritorno economico – e i soft benefit
che viceversa hanno più a che fare con valori intangibili, anche se di grande importanza.
Tra gli hard benefit possiamo annoverare il risparmio energetico, l’ottimizzazione della produttività per gli edifici del terziario, l’impatto positivo della manutenzione predittiva e, non da ultimo, l’incremento del valore dell’immobile sul mercato.
Tra i soft benefit i più rilevanti sono sicuramente la sostenibilità ambientale, la sicurezza, il
comfort, la possibilità di controllare il proprio edificio a distanza e il concetto di interoperabilità, ovvero la capacità di due o più sistemi, reti, mezzi, applicazioni o componenti dell’edificio, di scambiare informazioni tra loro e di essere poi in grado di utilizzarle in modo intelligente.
Tra le principali infrastrutture abilitanti di un edificio smart vi è senza dubbio la predisposizione alla connessione a banda ultra-larga, ovvero la cablatura in fibra ottica e la connessione di tutte le unità immobiliari alla rete BUL in modalità FTTH (Fiber to the Home), oggi obbligatoria per gli edifici nuovi e per quelli ristrutturati ma la cui adozione è auspicabile comprenda l’intero patrimonio edilizio e le cui caratteristiche sono illustrate nella Guida CEI 306-2.