La questione della mobilità pulita fa parte della nostra vita quotidiana, ma spesso c’è molta strada dalla teoria alla pratica. È il caso dei veicoli elettrici: una volta acquistati rimane la domanda, come faccio a ricaricarli nel mio condominio?
L’emergenza ambientale ci spinge a viaggiare in modo diverso, inquinando meno. L’auto rappresenta una parte significativa delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico con particelle fini.
La politica comune dei trasporti rientra nell’ambito delle competenze concorrenti tra l’Unione e gli Stati membri. L’UE stabilisce le linee guida comuni della materia, ad esempio gli standard dei punti di ricarica, per consentire l’interoperabilità all’interno del mercato unico. Gli Stati membri intervengono, a livello locale, attuando le direttive europee e proponendo incentivi economici e fiscali ai cittadini.
Nel 2016 Il governo italiano, in ottemperanza alla direttiva dell’Unione, emana il decreto legislativo 257/2016. Si tratta di un provvedimento eterogeneo che si occupa, in primo luogo, di informare i potenziali nuovi utenti della mobilità elettrica in ordine ai consumi. A tal fine il Ministero dello Sviluppo Economico avvia l’Osservatorio Prezzi Carburanti, uno sito web che compara i prezzi di vendita dei carburanti tradizionali con il consumo delle vetture a motore elettrico, indicando il costo del contenuto energetico in kWh.
Una distinta serie di misure attiene alla disciplina urbanistica e edilizia. L’obiettivo è incoraggiare l’investimento privato nella realizzazione di punti di ricarica, sia ad accesso pubblico che ad uso privato. Perciò, si è deciso di vincolare il rilascio del titolo abilitativo edilizio alla previa progettazione dell’allacciamento elettrico per la posa in opera di una presa per la ricarica dell’auto. Ciò dovrà essere garantito per ciascun posto negli edifici non residenziali; per almeno il 20% della quota complessiva dei posti auto nei condomini con più di dieci unità abitative.
Un ulteriore profilo concerne gli impianti di distribuzione del carburante: tutte le infrastrutture di nuova realizzazione, oppure sottoposte ad una ristrutturazione totale, devono dotarsi di un impianto di ricarica elettrica veloce.
Per quanto riguarda la rete autostradale, spetta ai concessionari predisporre, entro il 31 dicembre 2018, un piano per l’installazione di un numero adeguato di punti di ricarica lungo la rete autostradale di propria competenza.
Nella legge di bilancio 2019, in relazione al triennio 2019 – 2021, introduce degli incentivi per coloro che comperano – anche mediante locazione finanziaria – e immatricolano in Italia automobili elettriche o ibride. Il contributo statale equivale ad uno sconto sul prezzo di acquisto del nuovo veicolo, per un ammontare massimo di 4.000 in ragione del tasso di emissioni di anidride carbonica dell’autovettura. Coloro che, contestualmente all’acquisto, consegnano al rivenditore un veicolo EURO 0 – IV, proprio o di un familiare, in rottamazione, ricevono un contributo fino a 6.000 euro (è stata corretta la norma includendo le Euro 0, escluse per errore nel 2019 e incluse nel 2020).
Il legislatore, inoltre, riconosce ai contribuenti che acquistano e posano in opera infrastrutture di ricarica una detrazione, sull’imposta lorda, pari alla metà delle spese sostenute fino alla somma di 3.000 euro.
La legge, infine, assicura alle autovetture a propulsione elettrica libero accesso alle aree a traffico limitato, istituite in diversi comuni italiani.
Nella legge di bilancio 2020 ha prescritto alle pubbliche amministrazioni di dotarsi, allorché intendano rinnovare la flotta delle auto di servizio, di automezzi alimentati ad energia elettrica, di proprietà o in leasing, in numero pari ad almeno la metà del parco mezzi, e comunque in misura non inferiore a due autoveicoli.
Un’ulteriore disposizione interessa le imprese italiane attive nel settore del trasporto passeggeri su strada, garantendo un contributo finanziario variabile – da un minimo di 4.000 a un massimo di 40.000 euro – a quelle imprese che sostituiscano un proprio veicolo di classe EURO I – IV con un veicolo nuovo di fabbrica a trazione elettrica.
Per quanto interessa la micromobilità elettrica, è importante rilevare che i monopattini a propulsione elettrica sono stati equiparati alle biciclette, agli effetti del codice della strada. Tali monopattini, pertanto, possono circolare sulle strade urbane, anche ciclabili, dove vige il limite di velocità di 30 km/h e nelle aree pedonali, purché sia rispettata la velocità massima di 6 km/h. Tali dispositivi possono essere condotti persone maggiorenni o minorenni, se in possesso della patente AM
I principali benefici della mobilità elettrica sono immediatamente percepibili: riduzione delle emissioni di gas serra, miglioramento della qualità dell’aria e riduzione dell’inquinamento acustico.
Tuttavia, per arrivarci, sarà necessario mettere in campo le infrastrutture che faciliteranno la circolazione (e quindi la vendita) di questi veicoli, in particolare in termini di ricarica.
La questione dell’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici si propone quindi in un numero crescente di condomini.
Si tratta di un argomento che deve essere discusso in assemblea, e per il quale ci sono diverse soluzioni a seconda del profilo del condominio e dell’interesse mostrato dal condomini .
In primis bisognerà predisporre i montanti per i cavi dedicati alla ricarica elettrica poichè normalmente i cavi delle linee box sono studiati per portare l’energia alle luci o al massimo alle basculanti dei singoli box .
Poi bisogna vedere e deliberare il passaggio sulle parti comuni da parte dei singoli condomini che hanno il contatore dell’appartamento e dare le specifiche per la installazione di ciascuna linea per ciascuno per rispettare le norme antincendio .
Di conseguenza verrà fatto un ampliamento della rete elettrica da allegare al progetto di conformità di ciò che è stato realizzato dal costruttore e ciascun condomino che tira il filo per installare la wallbox dovrà inviare la conformità all’amministratore ad integrazione dell’ampliamento della rete elettrica del condominio.
Nel caso in cui vi sia un contatore unico come ad esempio un autosilo la strada è complicata perchè oltre ai montanti bisognerà verificare la possibilità di installare un contatore abbastanza potente da servire ciascun box ( secondo il codice civile tutti i condomini hanno diritto all’uso del bene comune parimenti ) per una ipotetica installazione della wallbox con una Diri ed un nuovo progetto dello stesso impianto .
È quindi auspicabile che la comproprietà sia accompagnata in questa transizione verso l’ecomobilità da un amministratore competente in materia e che sia aggiornato e che quindi la aiuti a beneficiare degli aiuti finanziari disponibili proponendo al condominio soluzioni sostenibili e scalabili nel tempo.